di Gianni Di Quattro

Ci siamo conosciuti in Sardegna alla Filiale Olivetti di Cagliari dove lui faceva il capogruppo dei venditori 01. L’altro gruppo di venditori (erano due i gruppi in tutto) era gestito da Nicola Colangelo che era nell’isola a fare il militare al Distretto, ma le sue capacità amministrative (sapeva usare la D.24) e le sue collaborazioni con quell’apparato (faceva le paghe) lo rendevano libero già dalla tarda mattinata e quindi poteva agevolmente adempiere al ruolo di capogruppo. Io ero in Sardegna inviato da Elserino Piol, che era il direttore commerciale della Divisione Elettronica, di cui facevo parte, per un esame di quel mercato, per un contatto con i pochi clienti che avevamo, per il tentativo di acchiapparne qualcun altro (forse per togliermi di torno per un po’ per la verità).

L’amicizia con Umberto è nata spontaneamente e immediatamente, come peraltro anche con Nicola, abbiamo preso insieme alloggio nella stessa pensione, facevamo tutto insieme, passavamo le serate impegnati in discussioni e confronti infiniti raccontandoci le nostre speranze perché ci sentivamo come provvisori e in attesa di non si sa che cosa. Nell’intervallo tra la mattina e il pomeriggio che a quei tempi era di alcune ore, eravamo sulla spiaggia di Su Poetto e quasi sempre, comunque spesso, al ristorante sul mare le Saline (momenti deliziosi con quel panorama davanti, gli amici accanto e il buon cibo sardo). Al pomeriggio a fine giornata poi per tutti a cominciare dal direttore D’Auria (un gentiluomo napoletano) aperitivo per tutti (pernod con coronchiu). In tanti mesi di vita in comune ci siamo conosciuti a fondo, abbiamo cementato la nostra amicizia che poi è andata oltre la Sardegna nella nostra vita comune milanese (insieme il week end anche se Nicola era a Genova e Umberto a Brescia). Naturalmente siamo andati a La Maddalena, la patria di Umberto, dove la sua famiglia ci ha accolti e coccolati in modo stupendo.

Umberto Ornano era una brava persona, una persona impegnata socialmente, con un gran senso dell’onore come i migliori sardi, ligio e professionale nel suo lavoro, è riuscito a creare una bella famiglia con una stupenda compagna, la Gaby che veniva dalla Germania, ha sempre seguito un figlio affezionato e cresciuto come lui.

 Io ho avuto il piacere di rimanere sempre in contatto, di vederlo di tanto in tanto, di continuare a confrontarmi con lui ed ascoltare il suo punto di vista spesso non uguale al mio ma comunque ragionato, educato, rispettoso, tradizionale. Era un punto di riferimento, gli dicevo cosa pensavo delle proposte che ricevevo, dei dubbi che avevo, dei crucci e dei colpi che ricevevo come tanti nella vita e sapevo di avere sempre una opinione serena che mi aiutava a decidere, ad andare avanti, a ritrovare l’equilibrio. Anche io ero qualcosa del genere per lui ma lui di più, era forte in tutti i sensi e sapeva di esserlo, severo e generoso.

Era un pezzo che non lo incontravo, la pensione e la vecchiaia ha allontanato tante cose e tanti motivi di avere sostegno, ma ora che so che non c’è più sono prigioniero di un grande dolore umano, penso che dopo Nicola anche lui se ne è andato e mi sento molto più solo. Un grande abbraccio Umberto, esci dalla vita ma mai dai miei ricordi.

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