di Gianni Di Quattro

Dino Spagnuolo è un amico, lo è da tanti anni da quando è arrivato in Olivetti. Veniva dalla Alitalia, conosceva i sistemi IBM nostri concorrenti, ha avuto subito un ruolo importante. Dino è una persona di alta e profonda professionalità, generosa, molto simpatica, rispettosa di tutti, disponibile e capace di gesti umani molto significativi. Quando la Divisione Elettronica fu venduta alla General Electric io passai quasi subito alla Olivetti, grazie ad Elserino Piol, Dino rimase in quella che da quel momento si chiamò Olivetti General Electric prima e poi solo General Electric Information Systems. Ebbe ruoli significativi con i nuovi azionisti e fu inviato negli USA allo scopo di spingere commercialmente gli elaboratori che in Italia si progettavano e si costruivano. Dopo un po’ anche Dino passò alla Olivetti, comunque siamo sempre stati in contatto anche quando non ci si incontrava per un pò. Spesso i nostri percorsi aziendali si sono incrociati e quando è capitato lo abbiamo fatto sempre con molta attenzione reciproca, trovo bello e raro il nostro rapporto.

Un giorno a me è capitato di essere negli Usa inviato da Lionello Cantoni quando lavoravo per lui alla Direzione Sistemi Informativi di Ivrea curando il coordinamento dei sistemi delle consociate. Ero a New York da qualche giorno, la settimana era finita e domenica ero libero, avevo deciso di camminare per la città e godermela, fra l’altro era anche una bella giornata di sole. Ero all’Hotel Summit, mi sono svegliato presto, ho fatto la solita colazione all’americana e sono uscito. L’aria era primaverile, ho camminato lentamente guardando le strade, i grattacieli, i venditori di giornali domenicali, la gente che ciondolava e mi sono fermato ad un semaforo perché rosso.

Guardavo di fronte a me e vedevo un uomo solo con una ragazzina che teneva per mano e che a sua volta aspettava il verde per passare nel senso opposto a quello in cui andavo io.  Dopo qualche minuto di stupore mi sono reso conto che io quell’uomo lo conoscevo, per il momento non riuscivo a capire chi avrebbe potuto essere perché ero lontanissimo dal pensare che era quello che effettivamente era. Era Dino Spagnuolo e io sono stato felice di vederlo come sono certo anche lui ed è stato bello abbracciarci a New York in modo inaspettato. Abbiamo passato qualche ora insieme, abbiamo parlato molto, ci siamo lasciati felici del nostro incontro e della nostra giornata, ancora oggi ogni tanto ci ricordiamo questo nostro incontro con un grande piacere.

 

 

 

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