di Ugo Panerai

Ci sono colleghi che hanno vissuto lunghi periodi all’estero, mentre io ho viaggiato molto, ma sempre in formula mordi-e-fuggi, per periodi, intendo dire, di qualche giorno o massimo una settimana.

La sede in cui mi sono complessivamente fermato più a lungo è stata Haslemere, sede dell’Olivetti International Education Centre: tra la fine degli Anni 80 e l’inizio degli Anni 90 ho preso parte come allievo a un corso internazionale di formazione manageriale generale e ho collaborato, in questo caso come coordinatore e docente, allo sviluppo di corsi internazionali: Marketing Management Institute, Systems Engineering Institute, Communication Skills, The OS&N Offer. Ero infatti inserito all’epoca nella Direzione Systems Education and Training , affidata a Lino Dussi nell’ambito della Olivetti Systems & Networks. Incidentalmente, è un periodo cui ritorno spesso con la mente, e sempre con grande piacere, anche grazie a Lino, un capo dal tratto a volte un po’ spigoloso, ma di grande esperienza, rigore e onestà.

Anzi tutto il bel ricordo dell’atmosfera di campagna inglese (certo, anche coi suoi rigori autunnali e invernali!) e delle tante amicizie raccolte nello staff: Bob Buist, Margaret Ashworth, John Darmon, Andrew Fletecher, Tirdad Sorooshian e tanti altri, ma soprattutto Helmut Karner (il preside della scuola, come lui amava definirsi), un caro amico di grande fascino e professionalità, con cui siamo rimasti in contatto.

Poi l’edificio, anch’esso uno dei capolavori di architettura Olivetti, nella sua parte moderna con le sue ottime facilities per la didattica; le accoglienti sistemazioni alberghiere (qualche camera senza bagno interno, è vero, ma tutte ben attrezzate e molto tranquille) e i locali comuni erano invece della precedente struttura in perfetto stile “countryside” britannico, opportunamente riadattata. E che dire dei pranzi e delle cene approntate dallo chef Tony, di origine italiana ma di cucina internazionale? O delle passeggiate nel bosco quando possibile, oppure carte, chiacchiere, biliardo, freccette e altri passatempi prima di andare a nanna, che il giorno dopo si comincia presto e bisogna essere svegli? A biliardo ho perso più di una partita con Gianni Gurrieri, che si era incaponito di insegnarmi, ma evidentemente… era uno di quei casi in cui l’allievo non supera il maestro.

Ma andiamo al sodo. Haslemere non era un resort turistico. Era un luogo dove si incontravano colleghi di tutte le parti del mondo con cui discutere e confrontarsi in un processo di reciproco arricchimento; si imparavano cose interessantissime da docenti fra i più prestigiosi; e c’era la possibilità , pressoché sconosciuta nella vita di tutti i giorni, di lavorare (perché si lavorava, e di brutto!) sollevando il viso dalla polvere, ampliando i propri orizzonti e in un clima sereno e non febbrilmente competitivo.

Non riesco a ricordare i nomi dei colleghi incontrati, ma ricordo che con un gruppetto di promotori facemmo vivere, almeno per qualche anno, con l’aiuto della Società, una International Alumni Association, che riuniva coloro che avevano frequentato i corsi di formazione manageriale a Haslemere. Si pubblicava una newsletter (Lettera), rigorosamente in inglese, si organizzavano incontri culturali e, in Italia, qualche viaggetto che rinsaldasse i rapporti personali, famiglie comprese.

Poi a un certo momento tutto è finito… Ma finché ci se ne può ricordare in questi termini, va bene così.

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