La figura e l’opera di Giovanni Giudici
A Giovanni Giudici, scomparso un anno fa e considerato uno dei maggiori poeti del secondo Novecento italiano, l’Università Statale di Milano, nei cui archivi sono conservate le sue carte, dedica un convegno il 23 e 24 maggio.
Scrittore fecondo (un Meridiano Mondadori di quasi 1.900 pagine raccoglie la maggior parte dei suoi scritti, in poesia e in prosa), Giudici ha lavorato alla Olivetti dal 1956 al 1979, continuando peraltro a collaborare dall’esterno per qualche altro anno.
Dapprima a Ivrea e a Torino, quindi dal luglio del 1958 a Milano, in via Clerici e assai di più in via Camperio (luoghi leggendariamente noti specialmente agli olivettiani più anziani), Giudici ha operato come copywriter nella Direzione Relazioni Culturali, Disegno industriale e Pubblicità, diretta agli inizi da Riccardo Musatti e dal 1965 da Renzo Zorzi.
A parte un grande numero di articoli e di contributi alle pubblicazioni aziendali, verso l’esterno e per l’interno, Giudici ha dato contributi personali alla pubblicità di prodotti e iniziative Olivetti. Ha lavorato a fianco dei maggiori grafici e designer dell’azienda: Marcello Nizzoli, Giovanni Pintori, Walter Ballmer, Franco Bassi, Egidio Bonfante, Giovanni Ferioli, Mario Bellini. Ha collaborato a progetti e prodotti di personaggi che hanno fatto la storia Olivetti come Natale Capellaro e Pier Giorgio Perotto.
Aveva iniziato “a bottega” di Franco Fortini lavorando alla campagna di lancio della Lettera 22; terminò con la campagna di lancio del Personal Computer M20. In mezzo, tutte le macchine per scrivere meccaniche ed elettromeccaniche degli anni Sessanta e Settanta, le calcolatrici, i terminali e i sistemi di videoscrittura. E ancora, le campagne di Natale (un esempio fra tanti: “Portami una portatile”) e le campagne istituzionali, internazionali e di prodotto sempre degli anni Settanta.
Suoi i testi della campagna di lancio della “rossa” Valentine. Suo l’annuncio – solitario e non sviluppato – di lancio della Programma 101. Sua, in particolare, la headline, come si dice in gergo pubblicitario, di tale annuncio: “Arrivare primi? Arrivare primi.”.
Tutto un programma, se ci si perdona il gioco di parole.