In Piazza Adriano Olivetti, all’interno dell’innovativo business district Symbiosis di Covivio, nella zona sud-est di Milano, è stata installata oggi una stele che raffigura il logo dell’Elaboratore Olivetti ELEA 9003, il primo computer commerciale al mondo progettato e realizzato totalmente a transistor nel Laboratorio Ricerche Elettroniche Olivetti.
Il logo è stato ideato nel 1958 dall’architetto e designer di fama mondiale Ettore Sottsass e rappresenta l’astrazione grafica di un dettaglio della memoria a nuclei di ferrite, considerata il cuore del calcolatore elettronico.
Realizzato con struttura metallica, nel 1962 venne affisso sulla facciata dell’ormai dismesso Laboratorio Ricerche Elettroniche (LRE) di Pregnana Milanese, comune alle porte di Milano, uno dei più importanti poli industriali Italiani per le tecnologie informatiche. Lì rimase per anni come elemento simbolico di continuità delle attività di ricerca svolte dal Laboratorio.
L’opera di recupero è stata promossa dall’Associazione Pozzo di Miele, che riunisce gli ex dipendenti di Olivetti LRE, General Electric Information Systems, Honeywell Information Systems, Bull e Compuprint, e che si pone, tra le sue finalità, l’obiettivo di preservare e trasmettere alle generazioni future il bagaglio di studi e conoscenze delle persone che hanno operato in Azienda.
Covivio ha contribuito al restauro della stele con l’obiettivo, condiviso con l’Associazione Pozzo di Miele, di donare alla città di Milano un simbolo che omaggiasse il lungimirante imprenditore che rese l’Italia una protagonista dell’informatica europea e mondiale e una delle aziende che hanno fatto la storia italiana del Dopoguerra. La stele valorizzerà ulteriormente la piazza inaugurata da Covivio nel 2018 e già dedicata all’industriale visionario Adriano Olivetti. Firmata dallo Studio Antonio Citterio Patricia Viel e dal paesaggista Carlo Masera, piazza Adriano Olivetti si estende per 13mila mq e rappresenta un luogo di aggregazione sociale e culturale che sin dal nome ci ricorderà per sempre che la dimensione umana può fondersi con l’innovazione tecnologica senza snaturarsi. Un concetto che richiama la duplice natura del progetto Symbiosis stesso, costituito da un’anima innovativa fatta di materiali ad alto profilo tecnologico e all’avanguardia, e una dedicata al benessere della persona e al green con aree relax, servizi, giardini, specchi d’acqua etc.
Dobbiamo ringraziare gli Amici e Colleghi di Pozzo di Miele che hanno lavorato a lungo, con passione e tenacia per arrivare a questo risultato.
Gian Carlo Vaccari
!959: vendevo le Audit 302 e 202 a Bari. Lavoravo in Olivetti da tre anni. La notizia dell’Elea 9003 mi fece sentire tanto fiero di lavorare per l’ Azienda dell’Ing. Adriano Olivetti, che avevo conosciuto personalmente a Cagliari durante un incontro col PSD’Az. Egli purtroppo morì d’infarto,dopo qualche mese, in treno. Con la successiva tragica scomparsa dell’ing. Tchou svanirono definitivamente i sogni di…gloria. E fu allora che iniziò il lento declino della Olivetti nonostante i sussulti di rinascita col P.101 e col TC 800.
Il ricordo mi commuove ancora!
bella iniziativa, una cosa importante per chi ha vissuto quegli anni e quei momenti aziendali, un simbolo che può provocare curiosità utile anche a chi è lontano. Gli amici di Pozzo di Miele, come dice Gian Carlo giustamente, hanno lavorato bene e molto per questo obiettivo. speriamo che tutto questo serva a sensibilizzare, a ricordare l’importanza della cultura nella azienda, a non dimenticare i percorsi belli che anche questo paese è stato capace di fare
Non ho vissuto personalmente quella epopea, ma ne conosco bene i contorni. Poiché si tratta di cose abbastanza lontane nel tempo, ci offrono la possibilità di spiegare ai più giovani quel pezzo di storia economica e tecnologica (anzi, diciamo semplicemente, di storia) italiana.
Sarei un po’ meno pessimista del collega Curgiolu nel dire che tutto finì allora e che P101 e TC800 furono dei semplici sussulti. Soltanto in termini di prodotti, ci furono almeno la ET101 e derivati, l’M20 e l’M24.
Il clima magari era diverso…
Quando gli alberelli saranno cresciuti e i lavori attorno alla Piazza Adriano Olivetti terminati, sarà bello passeggiare in questo luogo della memoria, soprattutto per coloro che hanno trascorso parte della loro vita nel LRE di Pregnana Milanese. Giorni di gioventù spensierata nel mio caso, un anno (1963-64) ospite del Monica Motel dell’allora sindaco Maggioni (poi rientro a Ivrea causa cessione GE). Arrivo il lunedì mattina da Torino, rientro venerdì sera. Corsa mattutina nella campagna e robusta colazione, tante ore di lavoro, partite di bigliardo per ingannare le ore serali nel paese silenzioso di allora. Sono tornato in quello che ora è il grande Monica Hotel Fiera, ancora con l’anzianissimo Maggioni al timone. E sono andato ancora una volta a rivedere la sagoma e i ruderi di quello che ha rappresentato per anni il centro d’avanguardia dell’informatica italiana. Ne avevamo parlato a suo tempo qui.
Tenere in vita la storia della nostra azienda richiede una forza di volontà non comune. Ogni dipendente, ogni nostro ex collega, la storia aziendale ce l’ha custodita nell’animo e rappresenta uno dei tanti tasselli che sono indispensabili per formarne qul grandioso suo quadro. Con l’andare del tempo molti di questi tasselli però non ci sono più….perché, ahinoi, molti nostri ex colleghi se li son portati in un altro mondo. E così per coloro che rimangono, ogni pur piccolo cimelio aziendale, viene interpretato come un concentrato somigliante ad una molla dove basta sfiorarla per far scattare nella mente della persona che l’ha toccata, un’infinità di piccoli fotogrammi contenenti momenti indimenticabili. Per Pozzo di Miele questi piccoli fotogrammi ne rappresentano la missione i cui effetti, come questa ‘memoria’ in ferro disegnata da Sottsass, sopravviveranno anche dopo la scomparsa dell’ultimo tassello. E allora noi tutti apparterremo alla storia.