Dopo mesi di malattia, oggi è arrivata la triste notizia della scomparsa di Elserino Piol. Un protagonista della Olivetti, della informatica, delle telecomunicazioni, del venture capital e di tutto ciò che aveva il sapore di innovazione, di tecnologia, di futuro.
Un uomo che aveva passione per quello di cui si è sempre occupato, che amava la vita, capace di grande rigore e allo stesso tempo di generosità. Un uomo che riusciva a leggere tutto, a confrontare tutto ed elaborare ipotesi e teorie coerenti e anticipatrici. Un personaggio unico nel panorama del paese e della Olivetti, dove ha trascorso la sua vita professionale entrando in Olivetti Bull come programmatore e uscendo come VicePresidente di Olivetti Corporate.
Era anche un riferimento internazionale per tutte le aziende che operavano nella tecnologia e che volevano incontrarlo per avere pareri, idee sul futuro e consigli.
Con Elserino PIol scompare un gigante che ha attraversato il secolo passato e a cui tanti devono tanto, tante persone che da lui hanno imparato, sono state indirizzate, hanno capito.
Provo un profondo dispiacere. E’ da un pò che non lo sentivo via email e sapevo che stava male. Ho lavorato con lui e ne ho un ricordo molto bello delle sue capacità e visioni.
Persona e capo di qualità uniche
Ebbi modo di vederlo da vicino ai tempi della Direzione Operativa, 1990-91, riorganizzazione funzionale per reggere la crisi incombente; io ero Direttore del Personale della Ricerca e Sviluppo. Tra i tanti grandi olivettiani del tempo, Piol fu certamente la personalità che mi colpì maggiormente. Per la levatura assoluta, la voracità intellettuale, e la stupefacente curiosità verso le persone: indifferente alle pastoie gerarchiche, aveva un radar infallibile per identificare e valorizzare “quelli bravi” e stabilire connessioni dirette. Un uomo rinascimentale.
A Gennaio del 74 trovai elserino,che insieme al caro gianni di Quattro visitavano la consociata canadese diretta dal carissimo amico nicola colangelo. Ero appena,un paio di giorni prima,arrivato dal cile,scappato dalla ditattura di pinochet grazie a l’offerta di lavoro appunto da nicola. Cosi’,per caso, elserino e gianni sono stati le prime persone di ivrea che ho conosciuto.
Per piu di 30 anni ho lavorato con loro. Elserino era una dinamo energetica pieno di curiosita’ ed entusiasmo per il futuro. Un vero visionario,grazie a chi l’olivetti entro in campi prima riservati ad aziende con molte piu’ risorse di olivetti.
Pero’ elserino era piu di quello, era un uomo comprensivo,non sempre capito da altri,con grande bonta’ e compressione per le debbolezze altrui. E di una profonda onesta’ proffesionale ed umana.
La sua memoria rimarra per sempre insieme a quella della amata olivetti.
Una mente sempre proiettata all’innovazione, con un cuore che e’ sempre rimasto sensibile al bene delle persone. Pochi ma intensi mesi di lavoro in uno dei suoi tanti team creati per l’innovazione, me ne fecero apprezzare le grandissime qualità. RIP
Dire che è scomparsa una bandiera, è scomparso un simbolo è scontato e comunque troppo poco.
Ho avuto naturalmente modo più volte di interagire con lui (interviste, revisione di comunicati, conferenze stampa).
Rispondeva sempre, a differenza di altri big, ad ogni domanda che riguardava la nostra attività di ufficio stampa.
Sempre una grande miniera di informazioni.
Ora sono fuori sede e raccontare aneddoti dallo smartphone non è agevole, ma domani ne racconterò un paio
Si, è stato veramente un gigante, in tutti i sensi.
Non ho mai incontrato in vita mia un tale insieme di intelligenza, rigore, generosità e umanità.
Nel suo libro “Il sogno di un’impresa”, ricorda che abbiamo fatto insieme la prima acquisizione negli Stati Uniti, la Ipl System Inc. Poco dopo io lasciai la Olivetti per la BNL, ma lui mi chiese di restare nel consiglio della società.
Nei giorni passati insieme a Boston per le trattative relative all’acquisizione mi disse:
Mario. smetti di fumare gli Avana e prova con i Toscani.
Questa sera fumerò un toscano in suo onore.
Anche io ho avuto modo di collaborare con Elserino, in momenti diversi, sempre apprezzando la sua personalità e la sua straordinaria visione del business.
Ricordo l’affare STRATUS, su cui ho lavorato dapprima a Ivrea e poi lanciandolo con successo in Italia; ricordo poi i tempi “eroici” della telefonia alternativa a Telecom, in cui, già uscito da Olivetti, sono stato impegnato in aziende acquisite o fondate in Italia (p.es. LinkUp)
Ebbi modo di ascoltare Elserino Piol – il 5 ottobre del 2000 gli fu conferita la laurea honoris causa dall’Università di Bologna in Economia Aziendale- commentare con parole appassionate, l’organizzazione commerciale realizzata da Ugo Galassi ‘che ha realizzato un’ organizzazione d’eccellenza non sufficientemente ricordata e che merita di essere menzionato come l’artefice numero due dello sviluppo Olivetti negli anni Cinquanta, immediatamente dopo Adriano’.
‘L’organizzazione di vendita concepita da Galassi partiva da una micro-segmentazione del mercato per geografia e per categoria /dimensioni di clienti, alla quale fece corrispondere diversi livelli qualitativi delle forse di vendita.
Il sistema di pianificazione e controllo consisteva nel calcolare il potenziale delle singole aree, nel registrare tutti gli eventi relativi a clienti reali o potenziali in apposite schede , nell’annotare tutte le visite e contatti con il cliente indicando l’esito di ogni contatto. Vennero escogitate unità di misura (le ‘unità equiparate’) per gestire i dati di vendita per tutti i prodotti in maniera omogenea , dando un peso ad ogni prodotto. Al progetto di questo sistema contribuì Pietro Gennaro, allora in Olivetti, e uno dei primi consulenti in Italia.
Queste parole sono nel suo ‘Il sogno di un’impresa. Dall’Olivetti al venture capital: una vita dell’information technology, Il Sole 24 Ore 2004° pag.22-23.
Chi ha cominciato il lavoro nel settore commerciale Olivetti, continua a stupirsi per la qualità della formazione e per l’efficacia dell’ approccio alle vendite .
Ricordo Piol come una persona disposta al dialogo , all’ascolto e allo scambio di idee. Poco tempo dopo nacque a Bologna il gruppo che oggi è l’Associazione Olivettiana Aps . Nel 2009 Elserino Piol partecipò ad un Convegno organizzato dalla Provincia di Bologna su ‘Attualità del pensiero di Adriano Olivetti: comunità, economia e urbanistica’ con G.Venturi, G.Campos Venuti, E. Renzi, M.Piccinini, P. Rebaudengo e F.Sutti.
Galileo Dallolio Olivettiana Aps
he was my dear friend and mentor. i have countless stories about our relationship and friendship.
i tried to make him more american (took him to his first american football) and worked with/for him during the years he was in US.
he will be rememberd an missed dearly by me and other american associates. especially his unique pwersonality.
Non avevo ancora avuto contatti diretti con Piol, ma mi capitò di viaggiare con lui, Mercurio e Cassoni in una limousine per raggiungere l’aeroporto di Heathrow. Io avevo la posizione più modesta ed ero un po’ intimidito. Piol però teneva banco ed una cosa emerse allora e continuò ad emergere negli anni successivi in cui ho anche avuto modo di collaborare con lui; era sempre un passo più avanti di tutti. In più, un uomo che ascoltava tutti, si impegnava su tutto, una personalità generosa. Si, un vero gigante capace di grandi visioni.
La prima volta lo incontrai quando mi fece il colloquio per inserirmi nel Marketing Centrale Olivetti ad Ivrea, di cui lui era il Direttore.
La segretaria Ofelia Candellieri mi fece entrare nel suo grande ufficio o meglio nella nebbia del fumo del suo sigaro toscano. Non ne provai alcuna soggezione, non mi propinò le solite domande, che si suppone vengano fatte in queste casi, ma mi domandò cosa ne pensassi della Copia 105, da poco lanciata, io ne diedi un giudizio molto negativo, perché mi aveva appena fatto perdere un cliente importante, essendosi mangiata l’originale. Lui ne fu evidentemente soddisfatto perché entrai al Marketing.
L’ultima volta ci vedemmo alla Sala Cupola dell’Hotel La Serra d’Ivrea per la presentazione del mio libro “MDC Macchine da Calcolo Meccaniche Olivetti e non solo. Natale Capellaro il genio della meccanica”, di cui lui scrisse la prefazione, un prezioso pezzo di storia aziendale.
Ci sentimmo ancora a proposito del mio terzo libro “Olivetti e l’Elettronica”, quando io gli chiesi come avvenne che la P101 non passo alla General Elettric. Lui mi rispose semplicemente con queste parole che mi confermo con una mail:
“Quando venne deciso il passaggio della Divisione Elettronica alla General Electric fu costituito un gruppo di lavoro per la classificazione dei prodotti in modo da dividerli per competenza. Il gruppo di lavoro di cui facevano parte Elserino Piol e Mario Caglieris definì la Programma 101 come macchina da calcolo quindi di competenza Olivetti.”
Estremamente modesto, Caglieris, da me intervistato, mi disse che l’idea geniale di chiamare Il Programma 101, che significava il calcolatore, in La Programma 101, che significava la calcolatrice meccanica come La Divisumma 24, la ebbe Piol ed inoltre: “Io, insieme ad Elserino Piol, abbiamo fatto un intervento urgente di modifica delle “cartoline” del personale addetto e delle “schede progetto” della futura Programma 101, sostituendo ogni riferimento all’elettronica con riferimenti alla meccanica”.
Cosa questa che pochi ricordano, anzi negli ultimi anni è stata completamente stravolta da una scrittrice americana, con l’ausilio di qualche male informato.
Quindi dobbiamo a Piol l’aver preservato, insieme a Caglieris, la P101 nell’ambito Olivetti.
A Lui va il mio profondo ricordo di un uomo buono e onesto, un gigante sicuramente, soprattutto un vero olivettiano.
Piol venne a’ Giappone 2 o 3 volte e dovevo fare interprete. Fu una persone difficilino perche’ interrompa’ prima che finissi interpretazione da giapponese.
Mi ricordo una riunione internazionale a Milano dove ci fu’ traduzione simultanea. Piol disse, “io sono un po’ in caxxoso…”. e, sene accorgendo che la interprete fu una signora, disse, ” chiedo scusa”.
Avevo contatto con Marketing e DPO( Divisione Pianificazione Operativa :
diretta da Marisa Belisario) simultaneamente sia dalla consociata giapponese e anche a MIlano ed Ivrea, non furono giorni facili.
、
Avevo promesso che avrei raccontato due simpatici aneddoti su Piol ed eccomi qui, se pure un po’ in ritardo.
Non riesco a collocarli bene nel tempo, comunque anni 80 e 90. Sono indicativi di un personaggio aperto e pronto, coinvolto profondamente in tutto quello che diceva e faceva.
Una volta, in una riunione di preparazione al Cebit di Hannover, dove io mi recavo tutti gli anni per presidiare la piazza nei confronti della stampa tecnica internazionale, si parlò del fatto che i nostri partner AT&T sarebbero stati presenti come osservatori per la prima volta e quindi dell’atteggiamento da tenere e di come indirizzare i nostri contatti.
Io, consapevole del fatto che almeno le mie controparti dell’Ufficio Stampa erano professionali e piacevoli, sì, ma un po’ invadenti (eravamo all’inizio dell’alleanza Olivetti-AT&T), dissi scherzando: “E se quelli dell’AT&T si avvinghiano a me in un abbraccio mortale, che devo fare?” La risposta del Nostro fu: “Divìncolati, divìncolati”.
Un’altra volta, in preparazione di un convegno, naturalmente con coinvolgimento
stampa, proposi ai nostri manager qualche nome di relatore da invitare, anche a una tavola rotonda. Piol fu l’unico che rispose in modo, come vedremo subito, molto… circostanziato.
Chiamerò i personaggi X, Y e Z un po’ perché la memoria è incerta, e un po’ perché… be’, insomma per la privacy! Mi scrisse dunque più o meno, nel bigliettino di risposta: “X è una discreta proposta, Y va sempre bene, Z no perché non capisce un c…o!” (con tanto di punto esclamativo come era nelle sue abitudini).
Sciocchezze, che servono solo a dipingere l’uomo, ma che nulla sono rispetto alle sue intuizioni geniali sul venture capital, sulle acquisizioni, sulla telefonia mobile e fissa. Sulle acquisizioni, per esempio, so che quelle di Hermes, Logabax e Triumph Adler furono molto criticate, ma forse furono poi male gestite, assorbite e digerite. Ricordo che dava un senso di orgoglio avere “sottomesso” quei marchi allora prestigiosi nel panorama europeo dell’informatica.
E avrebbe anche scommesso su quei due californiani che lavoravano nel sottoscala…
La tristezza per la scomparsa di Elserino Piol è profonda. Quell’Uomo è stato grande non solo per intelligenza, generosità e simpatia di Capo incomparabile, ma anche per la sua straordinaria Umanità. Noi Olivettiani ieri abbiamo perso molto, ma dobbiamo anche essere orgogliosi del privilegio di essere stati con Lui e di avere goduto della Sua stima.
Addio Elserino, riposa in pace e condoglianze a tutti quanti ti hanno voluto bene, famigliari ed amici!