di Giuseppe De Rinaldis
Prefazione di Luigi Sergio Ricca
In tanti ricordano Adriano Olivetti come industriale, come economista, urbanista promotore e sempre pagatore di molteplici attività, di piani regolatori: da quello della Val d’Aosta, a quelli di Matera, Napoli, Ivrea divenuti prima oggetto di critiche assurde da parte di una canea a volte di dubbia competenza, per poi essere copiati, osannati, e studiati da famosi urbanisti di mezzo mondo! Ma egli fu anche studioso di problemi antropologici. Pochi però quelli che lo ricordano come socialista dimenticando che ogni studio, ogni impegno di quel Nobile Pensatore d’Ivrea, non aveva altro scopo che redimere l’uomo dalla biblica sudditanza alla fatica, alla macchina, all’ignoranza, dalla miseria, dall’inganno dei sofisti di tutti i tempi, dai venditori di menzogne.
La copertina, curata da Elvira Izzo, riprende una vecchia foto degli anni ’50 della stalla di Montalenghe (To) appena ultimata. La stalla faceva parte del complesso della Cooperativa agricola IRUR. La Cooperativa agricola I-Rur faceva parte del piano di riordinamento urbanistico e rurale del Canavese, a suo tempo fortemente voluto da Adriano Olivetti, che ideò l’I-Rur (Istituto per il Rinnovamento Urbano e Rurale del Canavese), un ente di consulenza agraria, in cui, tra gli altri, operavano Vico Avalle e Ugo Aluffi. Proprio l’ing. Adriano Olivetti, dopo aver visto il suo operato sulle pagine della rivista di Architettura Casabella, decise di affidare all’architetto G. Raineri l’incarico di progettare la stalla per la Cooperativa di Montalenghe.
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