di Gianni Di Quattro     

Non so quanta gente ogni tanto si ferma a pensare alla umanità che ci circonda, non ho visto statistiche al riguardo e non so se ce ne sono. Voglio dire pensare alla gente, a tutta la gente, a come è organizzata la società, a come la politica e le strutture istituzionali politiche, accademiche, imprenditoriali, mediatiche e di qualsiasi altra natura, parlano tra di loro, con la gente normale e di come tutti si comportano, si relazionano, cercano di occupare un posto nella società.

La sensazione, devo confessare con molta incertezza e allo stesso tempo con molto dolore, è che la gente parla tanto, ma dice poco. Tutti gridano, scalpitano, avanzano tesi su tutto o quasi tutto, vogliono dimostrare di sapere tutto, odiano quelli che non la pensano come loro, si trincerano dietro a pregiudizi che sono il “taglia e incolla” naturale prima di essere recepito dalla tecnologia.

Allo stesso tempo, se si fa davvero attenzione, a guardare l’umanità che ci circonda si scopre che è piena di paura e di solitudine. E per conseguenza molto spesso diventa aggressiva, violenta. Ovunque nel mondo, si moltiplicano i casi di persone che ammazzano perché non capiscono più la loro vita e non sanno dove trovarne una ragione qualsiasi. Tutti cercano di vincere anche se non sanno cosa, di combattere quelli che pensano essere nemici, di giustificare la loro vita e non sono capaci di guardarsi dentro, di vivere con se stessi, di cercare la cultura e la bellezza come le medicine migliori della vita.

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