Il 9 novembre 1961, in un’incidente d’auto sull’autostrada Milano-Torino, perdeva la vita assieme al suo autista l’ing. Mario Tchou.
Chiamato nel 1950 da Adriano Olivetti per porre le basi di una attività esplorativa nel settore degli elaboratori elettronici, Mario Tchou assiemò un piccolo gruppo di fisici e ingegneri a Barbaricina, una frazione di Pisa, nella cui Università era partito il primo progetto italiano di una calcolatrice per scopi scientifici, la CEP (Calcolatrice Elettronica Pisana).
Il progetto olivettiano mirava invece allo sviluppo di un calcolatore orientato a scopi commerciali, che nella visione di Adriano Olivetti doveva affiancarsi alla produzione delle apparecchiature meccaniche per ufficio che avevano fatto la fortuna della società di Ivrea.
Fu così che presero forma la Divisione Elettronica Olivetti ed il progetto ELEA, poi trasferiti nella nuova sede di Borgo Lombardo e susseguentemente nei Laboratori di Pregnana Milanese.
Sono trascorsi 50 anni da quel fatidico giorno che ha mutato, a pochi mesi di distanza dalla scomparsa di Adriano Olivetti, il destino di una intrapresa che resta ancora oggi un mirabile esempio di intuizione, lungimiranza e ingegno.
Sotto l’egida delle fondazioni e associazioni che si richiamano allo spirito “olivettiano” e con l’appoggio di AICA i componenti del Laboratorio si ritrovano per ricordare il contributo di Mario Tchou.
Incontro: Mario Tchou e l’Elea 9000
23 Novembre 2011
Palazzo FAST – Piazzale Rodolfo Morandi 2 – Milano
Ore 15,00 – Apertura dei lavori
Bruno Lamborghini – Associazione Archivio Storico Olivetti
Proiezione di un estratto del film Elea classe 9000, prodotto dalla Olivetti nel 1960, con la regia di Nelo Risi
Tavola rotonda
Genialità e organizzazione per il primo elaboratore italiano
Coordina gli interventi Giulio Occhini, Direttore AICA
Giuseppe Calogero: Mario Tchou e i ragazzi di Barbaricina: l’atmosfera del laboratorio di Pisa
Franco Filippazzi: La ricerca sui computer ai tempi dell’Elea
Lucio Borriello: L’interazione dell’Elea col mondo esterno: i dispositivi di I/O
Gianni Palermo: Software: cos’era?
Simone Fubini: Le ricadute culturali e industriali del progetto Elea
Elserino Piol: Elea 9003: il mercato, le attese, le prime utilizzazioni
Giuseppe Cecchini: La collaborazione con l’Università di Pisa
Contributi e testimonianze
Un lungo articolo su Mario Tchou e l’Olivetti Elea 9003 è apparso nel 2008 (anno delle celebrazioni per il centenario della fondazione della Olivetti) a cura di Giuseppe Rao come “focus” al numero di Limes dedicato alla Cina (Il marchio giallo). Lo trovate all’indirizzo http://temi.repubblica.it/limes/mario-tchou-e-lolivetti-elea-9003/571
Ricevo questo commento, che merita di essere letto e commentato dai colleghi che hanno lavorato al progetto ELEA 6001 e non solo.
Carissimo Mauro, ho partecipato con orgoglio e soddisfazione alla commemorazione dell’ing. Tchou. Ho rivisto colleghi che hanno segnato la mia vita lavorativa insegnandomi come si deve fare per raggiungere traguardi ambiziosi. Grazie a loro l’entusiasmo la dedizione e il credere nelle propie idee mi hanno permesso di fare ciò che sto facendo .
Ho sentito sia dott. Giulio Occhini e altri che hanno espresso il desiderio di riempire zone d’ombra in considerazione a progetti fatti dal L.R.E. della Olivetti e forse non sufficientemente documentati. Per esempio l’ ELEA 6001, primo calcolatore scientifico fatto da un gruppo di persone e poi distribuito nelle migliori università e industrie Italiane progetto e realizzazione che ieri non ha avuto nessuno che lo ha ricordato.
Sono nato con questo progetto assieme a un gruppo di ingegneri e se fosse necessario potrei darmi da fare per recuperare notizie e quant’altro fosse necessario.
Di fronte a tanta scienza, che ho constatato ieri in riunione, forse sono l’ultima ruota del carro ……. ma se servo cerco di mettermi a disposizione .
Grazie del Vostro generoso interessamento per il nostro passato ricco di contenuti, contenuti che sono serviti per ampliare il contenuto tecnologico del calcolo automatico e imprenditoriale del nostro tanto vituperato paese.
Con amicizia. Cesare Benedetti