di Gianni Di Quattro
Una volta nelle famiglie nelle feste invernali si aveva l’abitudine di giocare a tombola. La vita era più semplice, le opportunità esterne erano poche e i soldi disponibili pure. Al gioco della tombola, i giocatori compravano (o venivano distribuite) una o più cartelle piene di numeri che dovevano essere segnati (magari con dei fagioli secchi) mano a mano che quei numeri venivano estratti da un sacchetto che li conteneva tutti e novanta da chi aveva il privilegio di occuparsi di questo compito e che in genere veniva deciso affidandosi alla sorte oppure, più frequentemente, si dava questo prestigioso incarico al più anziano in segno di rispetto. L’incaricato estraeva i numeri e li commentava e questa parte era una delle più allegre parti del gioco, perché ogni numero era accoppiato a qualcosa magari anche un po’ osè o un po’ buffo. Quando il gioco avanzava e le cartelle dei giocatori si andavano riempiendo in tutti si faceva più viva l’attenzione, aumentava il silenzio, perché con pochi numeri ancora da estrarre si poteva fare tombola e appropriarsi della intera posta. Non era importante la posta in se stessa, ma la fortuna che si dimostrava di avere che si spacciava per abilità e che inorgogliva, anche oltre la serata in cui si era giocato.
Poteva capitare che ad un giocatore mancassero pochi numeri per fare tombola e uscivano dei numeri di poco superiori o inferiori a quelli della cartella, a quelli sperati, ed allora costui aumentava la concentrazione sulla estrazione e lo si sentiva esclamare “bene, stanno uscendo i miei numeri, fra poco sarà tombola”.
La frase esclamata è molto pittoresca e indicava la sensazione che dati i numeri che si andavano estraendo, in un tempo breve era inevitabile che uscissero i numeri di interesse di chi voleva proprio quelli.
Ecco penso si possa usare questa frase, come con la solita arguzia fanno i napoletani, anche per indicare che questo vale pure al di là del gioco della tombola. Vale quando si vedono tanti amici lasciarci e, insieme al dolore, sentirsi talmente solidali con loro, sentire che si fa parte dello stesso sacchetto ed esclamare: stanno uscendo i numeri nostri!
Caro Gianni come hai ragione!
Ora risiedo a Orbetello e mi sono accorto che la mia comitiva che contava 38 persone quando sono arrivato nel 2008 si è ridotta a una dozzina appena.
Conoscevo la roulette russa, ma questa tombola è molto peggio !
Giocherò a perdere, almeno la mia cartella non uscirà fra le prime….
Un abbraccio e un sorriso
Grazie Gianni. Mi dai l’occasione di parlare di altri tavoli dove la tombola è appena incominciata.
Ecco allora che può essere utile passare il testimone, fin che i nostri numeri sono ancora nel sacchetto.
Per questo ‘passaggio’ ci sono diversi modi, (in Olivettiana abbiamo esperienze interessanti) : il più semplice riguarda l’incontro con una scolaresca.
Come fare? Scegliere un ‘tavolo’ cioè una scuola, vicino a casa. Conoscendo amici , genitori o nonni di studenti, che siano in relazione con il preside o con docenti. il tempo per organizzarsi , con o senza slides, e due ore di conversazione sulla Olivetti sono di solito molto gradite.
I ricordi si adattano spontaneamente alle curiosità degli studenti e comincia un percorso dagli esiti di solito sorprendenti
cari saluti
Galileo
Ciao Galileo , mi sembra un’ottima idea che cercherò di copiare e di diffondere nella attesa ( non spasmodica ) che escano anche i nostri nomi
Galileo mi fai avere qualche ” esperienza” di Olivettiana ….
Grazie
Carissimi, è la prima volte che accedo per commentare un post e devo riconoscere a Di Quattro, una leggerezza ed una eleganza nell’affrontare un argomento come la morte, non comune. Sicuramente sono doti che ha sempre espresso in tutti i suoi interventi, concordo in particolare su quest’ultimo, e per me che di anni ne compio 80, ogni mattina è una in più.
Sull’argomento ho sempre detto, dopo avere conosciuto l’Alzheimer, che a quel momento spero di arrivare vivo, dopo un buon pasto ed una bella passeggiata.
Ciao a tutti.
gp
Caro Gianni , non c’è dubbio : la tombolas non finisce finchè non escono tutti i numeri . Tuttavia ci sono due divertenti utopie . La prima a volte qualcuno fa tombola e quello non sei tu e quindi il gioco ricomincia e quindi lil ” tempo ” per la nuova uscita dei numeri della nuova tombola si allungano . E l’utopia consiste nel fatto che potrebbe anche essere che tu per alcuni giri continui a perdere .
La seconda utopia è che quasi sempre durante l’estrazione al mazziere scappi la pipi …. e questo rallenta in modo a volte anche significativo l’estrazione dei numeri mancati .
Le due utopie ci consentono in altre parole di sospendere l’attesa della pronunciazione dei numeri e nel frattempo di berci un buon bicchiere di vino , fare due chiacchere con l’amico che gioca a tombola con noi e se siamo particolarmente tecnologici , guardare i messaggi che ci sono arrivati e raccontare anche l’ultima barzelletta che ci è arrrivata. Poi l’estrazione continuerà , ma la vicremo contando sempre sulle ” nostre” utopie ” …