di Gianni Di Quattro
Un anno duro quello che se ne va, pieno di dolore per la violenza in Ucraina, in Iran, nel mare Mediterraneo, ormai diventato il cimitero più grande d’Europa, in tante altre parti del mondo. Avanza l’egoismo, il cinismo, si diffonde l’incertezza, è in crisi la forma più avanzata di gestione delle comunità, come la democrazia, sono sempre più ampie e profonde le diseguaglianze sociali, geografiche, politiche, umane.
Noi vecchi amici olivettiani abbiamo vissuto un periodo in cui il mondo sembrava pieno di forza, proiettato verso tutto il meglio e abbiamo vissuto in una azienda che più di altre ha interpretato il momento storico, la voglia di umanità, il senso del progresso, il piacere di vivere nel bello e nella cultura.
Oggi molti di noi hanno una età avanzata, assistiamo al crollo di tante speranze, alla violenza che cresce ovunque e a qualsiasi livello, al disinteresse verso la cultura, alla scarsa attenzione verso il futuro e la speranza, tutti impegnati all’oggi, certi che del domani nessuno ha certezza.
Facciamo dunque fatica ad adattarci, a capire, malgrado la pazienza, l’equilibrio della esperienza che ci spinge a cercare di capire, a farcene una ragione di quello che succede. Soprattutto soffriamo dei tanti amici e compagni di vita che ci stanno lasciando o che si ammalano, e l’anno che si chiude è stato tremendo da questo punto di vista.
Malgrado tutto e malgrado tutto il pessimismo della ragione possibile, io invito tutti a non perdere la fiducia nella vita, a non perdere la speranza. Siamo amici, e l’amicizia è la risorsa umana più pregiata, amiamo la vita come l’abbiamo sempre amata, abbiamo cercato sempre di viverla nel giusto ma con fantasia e amore, tanto amore.
Dunque, buon anno, buona fortuna, continuiamo ad amare la vita, siamo protetti dalla nostra storia, dalla nostra amicizia, dal piacere che abbiamo sempre avuto di vivere!
Grazie Gianni, peccato che ci siamo frequentati poco … condivido pensiero e piacere di vivere e aver vissuto, Gigi Brunello
Condivido tutto, con fiducia e speranza.
Grazie e Buon Anno a tutti
Caro Gianni,
ti leggo sempre con piacere e condivido la più gran parte delle tue considerazioni soprattutto dove inviti tutti a non perdere la speranza.
È necessario, allora, guardare al futuro e scorgere il seme della speranza in quello che accade.
Qui, in Sicilia, l’evento più evidente e continuo è l’arrivo di immigrati che vengono soprattutto dall’Africa.
È vero, il Mediterraneo è diventato il cimitero più grande d’Europa ma è anche la via che consente a migliaia di Africani di arrivare ogni giorno sulle coste siciliane e, da qui, anche a Palermo.
Ed è proprio a Palermo, in questa pur degradata città, che si può intravedere fra le sue vie un progressivo recupero di quell’atmosfera magica nella quale un tessuto umano serenamente multietnico si sta avviando verso quella prospettiva nuova che è nei sogni degli uomini illuminati.
Altrove, un diffuso egoismo consumistico sostiene in Italia, come in Francia, in Inghilterra e quasi ovunque, una conflittualità etnica che dà forza ad un estremismo politico di destra e ad un irriflessivo populismo forieri di drammatiche ed inutili violenze.
È un’intolleranza che mortifica l’immagine morale della vecchia Europa alla quale uomini come Dante e Kant hanno dato un’anima culturale al di là d’ogni confine.
Chi non ricorda «ho il mondo per patria, come i pesci hanno il mare…» (Dante Alighieri De Vulgari Eloquentia, I, 6).
Il razzismo è un rigurgito dei peggiori istinti degli uomini. Di quegli uomini che, incapaci di risolvere i problemi quotidiani, confusi dalla paura e dall’ignoranza, tentano di addebitare ad altri la responsabilità della propria inadeguatezza umana.
A Palermo, invece, è facile incontrare ovunque indiani, filippini, birmani, etiopi, marocchini, tunisini, nativi di Ceylon, del Congo, del Bangladesh, delle isole del Capo Verde, del Ghana, egiziani, libici, rumeni, albanesi, cinesi, nigeriani e altri che, rendendosi conto della pacifica ospitalità dei palermitani, pur fra le mille difficoltà contingenti, svolgono nel più pieno reciproco rispetto i piccoli lavori che riescono a trovare.
L’ospitalità palermitana supera l’immaginabile: è nella sua secolare tradizione multiculturale..
Accolte con amore dalla Caritas palermitana, dalle parrocchie cattoliche cittadine e dalle iniziative laiche, le prime generazioni accettano i lavori più umili o si arrangiano facendo i posteggiatori abusivi e i venditori ambulanti, ma molti delle seconde generazioni hanno già iniziato una risalita della scala sociale e non sono rari i loro ristoranti esotici e le attraenti botteghe etniche.
Qui, a Palermo, probabilmente, si sta pacificamente tentando di tessere quell’infinito intreccio di infinite diversità culturali, religiose ed etniche che ineluttabilmente sarà la società umana come tutti i demografi confermano e che s’intravede lontano.
È questa la speranza alla quale affidare i sogni con consapevole partecipazione: un mondo futuro pacifico e solidale.
Grande Gianni, con un caro abbraccio per il nuovo anno!
Caro Gianni, come si dice: spes ultima dea…
Grazie per le belle riflessioni.
Che sia un anno sereno per tutti
Un caro saluto e un augurio di un ottimo 2023
Paolo Zanaboni
Una bellissima e profonda riflessione quella dfatta da Gianni che mi sento di condividere in pieno con tutti voi. E’ la dimostrazione di quanto fossero speciali le persone che hanno lavorato in Olivetti condividendone appieno lo spirito ed i valori
Grazie caro Gianni, è sempre bello leggerti. Mi unisco agli auguri e all’invito che fai a tutti noi di continuare ad amare la vita e a riconoscerci in una comunità speciale.
Grazie caro Gianni per averci tenuto compagnia con riflessioni stimolanti e sempre condivise. Anche a te e tutti i colleghi con le loro famiglie l’augurio di un 2023 sereno e gioioso,
Caro Gianni,
condivido quanto da te riportato relativamente al difficile momento che stiamo attraversando.
Condivido tutto sui valori della nostra Azienda e di noi tutti che abbiamo partecipato con grande impegno e passione.
Condivido ,soprattutto, il tuo ultimo pensiero e ricambio a te , estendendoli a tutti gli amici olivettiani, gli auguri per questo Nuovo Anno : Salute, Pace, Serenità e tanta Amicizia che è un legame meraviglioso da preservare e mantenere sempre.
Un forte abbraccio.
Roberto
Come si può non applaudire con entusiasmo alle parole di Gianni, che riassume benissimo lo stato d’animo di tutti noi?
Una luce di speranza viene – e l’ho già rimarcato, forse su Facebook,a margine di uno dei tanti commenti di Gianni – da quanto dice Mario Moncada.
Vorrei aggiungere che l’atmosfera serenamente multietnica che lui vede, pur tra molte, moltissime ombre che lui stesso segnala, a Palermo, si può riscontrare in altre città italiane, e (quasi) sempre a cura di organizzazioni del mondo cattolico, delle associazioni di volontariato, oltre che di alcuni privati.
E’ un fatto che ci spinge a tener duro.