di Gianni Di Quattro                                               

Nel corso della mia vita ho sempre avuto per certi versi invidia di tutti coloro che nella politica e in qualsiasi materia mostravano di avere certezze assolute. Non sono mai riuscito a capire come si possono imprigionare i propri pensieri, la propria cultura dentro schemi rigidi e non discutibili. Forse questo è stato, lo riconosco, un mio limite, forse è stato il vero motivo per cui non ho mai raggiunto significativi risultati. Forse nella vita bisogna essere sicuri, non avere incertezze nel bene o nel male, per prevalere, per avere successo in qualsiasi campo, soprattutto in quei settori che richiedono consenso come la politica.

Adesso che sono diventato vecchio e sono nella fase in cui ognuno ripensa al proprio percorso passato e rivede i principi logici, culturali, etici e sentimentali che hanno fatto parte della propria vita e hanno influenzato ogni decisione, comincio a capire che avere dubitato sempre di tutto, forse mi ha fatto rinunciare al successo, ma mi ha consentito di raggiungere un livello di umanità e di rispetto per tutto che mi rende orgoglioso. Forse anche un po’ felice di essere come sono.

In questi tempi, talvolta mi occorre di pensare che più di prima si vedono tante certezze in giro e pochi dubbi. In qualsiasi campo, dalle scienze e dalle sue applicazioni, dal modo come si pensa e si costruisce il futuro, dalla interpretazione di quale può essere il cammino dell’uomo dal punto in cui siamo, dalla politica naturalmente da cui dipende la società, lo sviluppo, la costruzione dell’evoluzione umana.

Ed io nella mia umile capacità di ragionare, comincio a pensare che i tempi che non accettano il dubbio sono tempi oscuri, dominati da presunzioni e forme di religiose credenze. Penso che un uomo senza dubbi, che non sottopone a dubbio i propri pensieri e le proprie valutazioni può essere certamente un bel ragionatore, un bel cervello, ma certamente di scarsa umanità, molto razionale e con poco rispetto dei sentimenti e delle emozioni che cerca sempre di giudicare, di inquadrare, di giustificare, di accettare solo dopo averli valutati. Un uomo forse sempre più simile ad un automa, all’uomo del futuro. Cerco di non crederci, ma è difficile farlo.


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