15 luglio 2021 – 18.30 su piattaforma Zoom.
Nuovo appuntamento con gli Olivetti Design Talks per raccontare il concetto positivo di “Comunità”, fondamentale per la storia olivettiana.
Il concetto positivo di “Comunità” è fondamentale per la storia olivettiana. Un insieme di ideali sociali e culturali che si concretizzò nel Movimento omonimo, che si proponeva di contribuire alla costruzione di una società “a misura d’uomo”, dove la comunità costituisse la mediazione fra individuo e Stato.
Il movimento, che ebbe in Adriano Olivetti il più famoso esponente, rappresenta ad oggi un magistrale esperimento politico e mantiene vivi i propri valori, sempre attuali, attraverso le Edizioni di Comunità e le attività divulgative della Fondazione Adriano Olivetti.
Partecipano al talk, moderati da Gaetano di Tondo, Presidente dell’Associazione Archivio Storico Olivetti e VP, Communication & External Relations Director di Olivetti, e Pier Paolo Peruccio, Professore associato del Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico di Torino e World Design Organization board member:
- Beniamino de’ Liguori Carino, Segretario della Fondazione Adriano Olivetti
- Luciano Floridi, Filosofo e Sociologo, Alma Mater, Bologna
- Paolo Verri, Esperto in sviluppo urbano, Ex Direttore Comitato Matera 2019
- Enrico Loccioni, Presidente del Gruppo Loccioni
Iscriviti all’evento su Eventbrite
Domande per chi parteciperà all’incontro.
Si può sostenere che la mediazione tra individuo e Stato non è più praticabile?
Si possono ricordare le esperienze di Comunità costituite ai tempi dei Mainframe,
prima della Software Factory Olivetti,
https://www.olivettiani.org/la-software-factory-olivetti-negli-anni-80.html
che avevano accesso al sorgente dei sistemi operativi [Open System Environments – OSE], per adeguare progressivamente piattaforme digitali “general purpose” alle loro mete cognitive, grazie alla gestione di un dialogo [operativo] tra “esperienza esistenziale” [degli utenti] e “sapere costituito” [degli sviluppatori]?
Il contenuto del sito
https://www.thegoodlobby.it/
mi fa temere che le domande del mio commento precedente non siano comprensibili.
Provo a motivarle.
La mia passata vita lavorativa iniziò con una borsa di studio al CERN, nel 1969.
Ci andai per occuparmi di un problema di gestione della relazione tra i fisici delle particelle e i super computer, a quel tempo economicamente e culturalmente inaccessibili a singole sezioni dell’INFN [Istituto Nazionale di Fisica Nucleare].
L’informatica non esisteva ancora come corso di laurea e io in Fisica ero scarsino; ma parlavo già bene l’inglese.
Iniziai così a cogliere quello che oggi, con “il senno di poi”, dovrebbe essere percepito come fattore strategico per vivere in una società digitalmente autonoma: l’assetto organizzativo dell’ambiente applicativo.
L’ambiente applicativo CERN era organizzato in modo idoneo a permettere la “comunicazione interpersonale”
http://www.casarayuela.eu/ai_da/210119_cmm_refs
necessaria a rendere “interoperabili” persone di culture e competenze complementari, in contesti [comunità] costituiti per raggiungere, grazie alla gestione dell’uso e dell’evoluzione di piattaforme digitali, mete cognitive condivisibili tra utenti territorialmente distribuiti.
Lavorai per 14 anni a Ginevra, Bologna e Reading [UK] come analista di sistemi, dedicato in prevalenza al supporto utenti dell’informatica di CERN [European Center for Nuclear Research], CINECA [Centro di Calcolo Interuniversitario dell’Italia Nord-Orientale] e ECMWF [European Center for Medium range Weather Forecasts].
La ricerca di risposta al tipo di domande del mio commento precedente si è resa necessaria perché, in dieci anni [1983 – 1992] non mi è stato possibile “passare il testimone”, a Olivetti [1983 – 1989], alla Commissione Europea [1990 – 1992] e all’ AIPA [Autorità per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione – istituita solo nel 1993]
su quanto si poteva apprendere, dall’esperienza sopra riassunta, al fine di attuare una strategia di gestione di Ambienti Aperti di Sistema [Open System Environment – OSE].
Nel 1990 la Commissione Europea ambiva ad “armonizzare” l’approvvigionamento di tecnologia Open System da parte delle Pubbliche Amministrazioni degli Stati Membri, con particolare attenzione agli standard tecnici e funzionali dell’ICT [Information and Communication Technology] necessari ad acquisire e mantenere la portabilità e l’interoperabilità delle applicazioni [problema tecnico] e delle persone [problema non solo tecnico].
Nell’ambito di un [ora sepolto e non documentato] Workshop Europeo per i Sistemi Aperti [EWOS] fu istituito un gruppo di studio e indagine denominato EG-OSE [Expert Group on Open System Environment].
Di quel gruppo fui chairman per tre anni, come consulente indipendente, su richiesta [e convenienza] di una lobby guidata dall’agenzia governativa CCTA https://en.wikipedia.org/wiki/Central_Computer_and_Telecommunications_Agency
più interessata al finanziamento del proprio progetto EPHOS [European Procurement Handbook for Open Systems] che a patrocinare la creazione – in Europa – di ambienti “aperti” di sistema.
Per dare un seguito a quanto fin qui racconto – SPERANDO DI TROVAR MODO DI PASSARE IL TESTIMONE AI GIOVANI – mostro l’intento di produrre un documento di lavoro, sperimentando le difficoltà di relazione tra l’evoluzione editoriale dell’intento [prima che del contenuto] di un sito web
https://www.casarayuela.eu/
e la ricerca di una piattaforma sociale per l’avviamento di un dialogo abilitato dall’uso di strumenti digitali “open source”
https://mastodon.uno/@luigibertuzzi .
Vorrei si potesse far strada la conclusione che serve inizialmente un dialogo “in presenza”, in un luogo “simbolicamente significativo”, come il rifugio nato dalla cooperazione tra il pittore veneziano SCARPA e l’ingegnere Armeno GUREKIAN
https://www.rifugioscarpa.com/
sotto l’AGNER
https://www.casarayuela.eu/home/190807heartandmountagner
e tra i 9 Sistemi delle Dolomiti Unesco.
Ai piedi delle Dolomiti Bellunesi è insediata Luxottica, dove Facebook ha trovato negli occhiali l’hardware per la sua Intelligenza Artificiale, senza che vi siano segnali di iniziative volte a prevenirne i rischi, analogamente a quanto avvenne per Olivetti, ai piedi delle montagne Aostane, quando Microsoft trovò nei PC l’hardware per i suoi Sistemi Operativi.
Farei notare infine questo simbolicamente significativo “gateway” per un percorso culturale …..
https://www.fondazioneagnelli.it/2021/06/21/posata-a-ginevra-la-prima-pietra-del-nuovo-cern-science-gateway/
… dovrebbe aiutare a capire il senso dell’espressione “presentation gateway”, che tentai di proporre in un resoconto dell’esperienza EWOS EG-OSE, scritto e pubblicato su sollecitazione dei partecipanti del NIST
https://www.nist.gov/
allo studio su OSE
https://www.casarayuela.eu/wp-content/uploads/2021/05/190819_CSIreprintDec1993.pdf